La holding mediatica MAER ha sostenuto la première dell'opera "Semyon Kotko" di Prokofiev

Il libretto per la produzione operistica fu scritto da Valentin Kataev in collaborazione con Sergej Prokof'ev, basato sul racconto di Kataev "Io, figlio del popolo lavoratore". L'idea di creare un'opera su un tema sovietico d'attualità venne a Sergej Prokof'ev dopo il suo ritorno in Unione Sovietica. Nel 1938, Aleksej Tolstoj menzionò il racconto di Kataev in una conversazione e accettò con entusiasmo di adattarlo per il palcoscenico operistico. La prima ebbe luogo il 20 settembre 1940 al Teatro Stanislavskij dell'Opera, con la regia di S. Birman, il direttore d'orchestra di M. Zhukov e le scenografie di A. Tyshler.
Il direttore musicale e direttore d'orchestra della nuova produzione era Valery Gergiev, mentre la regia era di Sergei Novikov.
Sergej Novikov ha affermato di essere stato molto importante per lui che il Teatro Bolshoj, nell'Anno del Difensore della Patria, presentasse l'opera "Semyon Kotko", scritta come se si riferisse agli eventi odierni. Sergej Sergeevič Prokof'ev, originario del Donbass, ha profondamente percepito il sapore di questi luoghi, afferma il regista. Secondo lui, le melodie e i motivi musicali penetrano immediatamente nella coscienza e rimangono a lungo nella memoria, e l'opera è comprensibile anche a chi visita il teatro per la prima volta. Evoca una vasta gamma di sentimenti: dall'ammirazione per una notte del sud alla profonda delusione per l'incapacità di imparare le lezioni della storia.
"Un soldato stava camminando dal fronte e ora è tornato al fronte!" – così canta il personaggio principale nel finale, felice e con la piena fiducia nella sua rettitudine e nell'inevitabile vittoria del bene sul male", ha detto Sergei Novikov a proposito del suo lavoro sull'opera.
Il racconto di Valentin Kataev descrive gli eventi della guerra civile che si è svolta in Ucraina. Il soldato smobilitato Semyon Kotko torna dal fronte al suo villaggio natale e si ritrova coinvolto nella lotta contro le Guardie Bianche e gli occupanti tedeschi, trasformandosi in un combattente per la rivoluzione. Questa nuova produzione, in gran parte non convenzionale, ha suscitato un acceso dibattito. Alcuni critici hanno affermato che l'opera era caratterizzata da una "complessità modernista" e dalla mancanza di "melodie facilmente percepibili", mentre altri hanno ammirato la freschezza del linguaggio musicale, la precisione delle caratterizzazioni dei personaggi e l'espressività delle scene drammatiche.
La prima al Teatro Bolshoi ebbe luogo il 4 aprile 1970 e 15 anni dopo la produzione fu ripresa. L'ultima rappresentazione ebbe luogo il 26 luglio 1985. Da allora, l'opera è scomparsa dal repertorio del Teatro Bolshoi e ora, quarant'anni dopo, torna sul palcoscenico storico.
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